Il Programma sostiene la promozione della salute negli ambienti di lavoro, secondo il modello Workplace Health Promotion (WHP) raccomandato dall’OMS, presidiando specificatamente la prevenzione dei fattori di rischio comportamentali delle malattie croniche e degenerative e la promozione dell’invecchiamento attivo e in buona salute mediante cambiamenti organizzativi che incoraggino e facilitino l’adozione di stili di vita salutari; è quindi un Programma che agisce su fattori non tradizionalmente associati al rischio lavorativo, ma viene comunque raccomandata l’implementazione nella prospettiva di un approccio orientato al modello di Comprehensive Workplace Health-Total Worker Health.
Operativamente il Programma consiste nella proposta di un percorso strutturato, fondato su un processo partecipato interno (che coinvolga le figure aziendali strategiche: RSPP, Medico Competente, RLS, Rappresentanze Sindacali, Risorse Umane, ecc.) ed i lavoratori stessi, che impegna il Datore di lavoro a mettere in atto azioni efficaci e sostenibili cioè pratiche raccomandate in quanto basate su evidenze di efficacia e/o Buone Pratiche validate e criteri di sostenibilità economico- organizzativa, in tema di comportamenti preventivi/salutari, in particolare nei seguenti ambiti Alimentazione, Tabagismo, Attività Fisica, Alcool e dipendenze con attivazione di processi e interventi tesi a rendere il luogo di lavoro un ambiente “favorevole alla salute” attraverso cambiamenti organizzativo-ambientali (incremento di opportunità strutturali per l’adozione di scelte comportamentali salutari) e il contestuale incremento di competenze e consapevolezze (empowerment) nei lavoratori.
Il Programma, in linea con principi e obiettivi del PNP, adotta le lenti dell’equità, secondo il modello operativo proposto dal PNP (HEA), che prevede le seguenti fasi: elaborazione del profilo di salute ed equità, identificazione di aree/gruppi a più alto rischio di esposizione o di vulnerabilità ai fattori di rischio, conseguente adeguamento/orientamento dell’intervento in termini di disegno e allocazione, valutazione di impatto.
“Piano Mirato della Prevenzione”
Il PNP 2021-2025 riconosce nel Piano Mirato di Prevenzione (PMP) lo strumento in grado di organizzare in modo sinergico le attività di assistenza e di vigilanza alle imprese per garantire trasparenza, equità e uniformità dell’azione pubblica e una maggiore consapevolezza da parte dei datori di lavoro dei rischi e delle conseguenze dovute al mancato rispetto delle norme di sicurezza, anche e soprattutto attraverso la creazione di una rete di collaborazione tra enti ed il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati per una crescita globale della cultura della sicurezza. Il PMP si configura come un modello territoriale partecipativo di assistenza e supporto alle imprese nella prevenzione dei rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro, da attivare in tutte le ASL (in qualità di Programma Predefinito).
Il Programma Predefinito PP06, in linea con principi e obiettivi del PNP, adotta le lenti dell’equità, secondo il modello operativo proposto dal PNP (HEA).
Il Piano Nazionale della Prevenzione già prevede l’attuazione di specifici Piani Mirati di Prevenzione nel Programma Predefinito PP07 “Prevenzione in edilizia e agricoltura” e PP08 “Prevenzione del rischio cancerogeno professionale, delle patologie professionali dell’apparato muscolo-scheletrico e del rischio stress correlato al lavoro”.
Tenendo conto di una valutazione combinata di evidenze quali ad esempio: l’andamento degli infortuni (anche mortali), l’andamento delle notifiche delle malattie professionali, le evidenze di non conformità rilevate nell’ambito delle pregresse attività di controllo e le caratteristiche socio-economiche del tessuto produttivo regionale, sono stati individuati per la ASL di Viterbo tre “ambiti” specifici nei quali intervenire (con un PMP): settori rifiuti, ceramiche e boschivo.
Piano mirato di prevenzione nel comparto ceramica, edilizia, rifiuti e attività boschive (SPRESAL)
“Prevenzione in Edilizia e Agricoltura”
In Italia il comparto edilizia ed il settore agricoltura, hanno da sempre richiesto una particolare attenzione sia per la frequenza che per la gravità degli infortuni accaduti in occasione di lavoro. Anche nella nostra provincia sono i settori con frequenza di accadimento più elevata di infortuni "gravi" in occasione di lavoro.
Anche il PNP 2020-2025 li ha individuati tra i settori con priorità di intervento delle istituzioni preposte attraverso azioni mirate efficaci e coordinate tanto che cita testualmente “il PNP 2020- 2025 riconosce nel Piano Mirato di Prevenzione (PMP) lo strumento in grado di organizzare in modo sinergico le attività di assistenza e di vigilanza alle imprese, per garantire trasparenza, equità e uniformità dell’azione pubblica e una maggiore consapevolezza da parte dei datori di lavoro dei rischi e delle conseguenze dovute al mancato rispetto delle norme di sicurezza, anche e soprattutto attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati per una crescita globale della cultura della sicurezza”.
A livello locale, in coerenza con le linee guida fornite dal Piano Regionale di Prevenzione si è quindi redatto il presente piano predefinito Edilizia ed Agricoltura (PP7).
Tra i rischi prioritari da considerare nel piano vengono individuati, come da indicazioni nazionali e regionali, la caduta dall’alto e sovraccarico biomeccanico.
A tal fine il presente piano ha individuato, preventivamente alle successive fasi di vigilanza e valutazione dell’efficacia degli interventi eseguiti, una serie di attività di supporto ed informazione alle imprese, anche attraverso la individuazione e la messa in rete di buone pratiche da utilizzare per la riduzione dei rischi lavorativi.
Sono stati previsti inoltre specifici interventi di formazione indirizzati sia agli operatori della ASL di Viterbo che ai soggetti della prevenzione delle aziende interessate.
Di seguito i Vademecum che hanno lo scopo di fornire gli elementi fondamentali per la corretta gestione del rischio cadute dall’alto e per la prevenzione in agricoltura e selvicoltura
“Prevenzione del rischio cancerogeno professionale, delle patologie professionali dell’apparato muscolo-scheletrico e del rischio stress correlato al lavoro”
Le attuali evidenze confermano la necessità di focalizzare l’attenzione del sistema della prevenzione su aree di rischio ritenute particolarmente significative, ma caratterizzate allo stesso tempo da un livello di sottostima dei danni cronici da esposizioni professionali. Tale attività è in continuità con quanto realizzato nel precedente piano della prevenzione aziendale rivolto alla emersione delle malattie professionali, che ha evidenziato una sottonotifica delle stesse. L’attività della ASL di Viterbo è altresì da tempo orientata all’emersione delle malattie professionali con gli ambulatori di Medicina del Lavoro attivi dal 1993 e alle attività di promozione della salute, in particolare rivolte alla cessazione dell’abitudine tabagica con il Centro Antifumo istituito nel 2003, considerato l’effetto potenziante negativo dell’associazione tra fumo di tabacco e numerosi tossici professionali e considerata la prevalenza di fumatori tra i blue collar rispetto ai white collar. Tra le malattie professionali definite e accertate positivamente nel Lazio si osserva altresì una forte prevalenza delle patologie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, di cui si contano 828 casi denunciati nel 2019 su un totale di 1034. Il programma predefinito PP08, attraverso anche l’attuazione di specifici Piani Mirati di Prevenzione, ha l’obiettivo di mettere in atto azioni di prevenzione orientate all’equità. La ASL di Viterbo, in base alla valutazione delle peculiarità territoriali ha individuato come ambiti specifici nei quali intervenire con un PMP i settori edilizia, rifiuti, ceramiche e boschivo.
Di seguito i Vademecum che hanno lo scopo di fornire gli elementi fondamentali per la corretta gestione dei rischi cancerogeno professionale, apparato muscolo scheletrico, stress lavoro correlato.
Consulta il Manuale WHP Regione Lazio
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